L’amianto, chiamato indifferentemente anche asbesto, è un minerale naturale a struttura microcristallina, di aspetto fibroso appartenente alla classe chimica dei silicati e alle serie mineralogiche del serpentino e degli anfiboli. È presente in natura in diverse parti del globo terrestre e si ottiene facilmente dalla roccia madre dopo macinazione e arricchimento, in genere in miniere a cielo aperto.
Le fibre di amianto sono molto addensate ed estremamente sottili (praticamente sono invisibili a occhio nudo ndr); la struttura fibrosa conferisce all’amianto sia una notevole resistenza meccanica che un’alta flessibilità, resiste al fuoco ed al calore, all’azione di agenti chimici e biologici, all’abrasione ed all’usura (termica e meccanica).
L’amianto è facilmente filabile e può essere tessuto, inoltre è dotato di proprietà fonoassorbenti oltreché termoisolanti; si lega facilmente con materiali da costruzione (calce, gesso, cemento) e con alcuni polimeri (gomma, PVC). Le caratteristiche proprie dell’asbesto ed il suo costo contenuto, ne hanno favorito un ampio utilizzo industriale, in edilizia e nei prodotti di largo consumo: generalmente è stato impiegato “legato” ad altri materiali, con percentuali diverse, al fine di sfruttare al meglio le sue peculiarità.
Nei prodotti realizzati con l’amianto le fibre possono essere libere o debolmente legate, in questo caso si parla di amianto in matrice friabile, mentre se sono fortemente legate in una matrice stabile e solida (come il cemento-amianto o il vinil-amianto), ci si riferisce all’amianto in matrice compatta.
Paragrafi liberamente tratti da "Dossier amianto 2011" - Intesa San Paolo Spa Unità CSR in collaborazione con Legambiente.